Marco Morabito - parte 2

Marco Morabito - parte 1

 

Quali altri tipi di arti giapponesi conosce?
"Oltre al Karate tradizionale, ho studiato con il fondatore di uno stile moderno chiamato Koroho, ovvero il maestro Yokoyama Masashi. Questo maestro gode di una grande considerazione nel suo paese. Discendente di una nobile tradizione familiare nell´arte del Karate, Yokoyama si è contraddistinto per aver superato le tecniche tradizionali dando un´impronta del tutto particolare al suo stile di combattimento. Nella sua pratica, i colpi classici sono sviluppati con nuove forme adattate alle esigenze imposte dalle armi moderne ed elaborate dagli stili di combattimento israeliano. Questo maestro è diventato famoso in Giappone per un episodio specifico: aver salvato la vita a un alto esponente del governo nipponico in missione all´estero avendo disarmato e ucciso un aggressore armato. Dopo aver praticato con lui, ho organizzato un suo viaggio a Genova, dove è venuto con sette suoi maestri in modo da gettare le basi per la fondazione della Federazione Europea di Koroho In questa federazione sono stato vice presidente per un certo periodo”.
La ricerca di questo maestro è continua e non si è lasciata limitare, nel corso del tempo, dai successi avuti come combattente. Morabito cercava uno stile che fosse semplice da imparare e anche efficace. Prova allora molte discipline fino ad approdare a un tipo di combattimento molto particolare: il Krav Maga.

 


Cos’è il Krav Maga?
“Il Krav Maga è un sistema di tecniche di combattimento e sopravvivenza nato in Israele nella prima metà del XX secolo grazie ad un ufficiale dell´esercito, Imi Lichtenfeld, esperto in tecniche di lotta occidentali.


Cosa l’ha colpito del Krav Maga?
“Notai subito che si trattava di uno stile di combattimento adatto a tutti” ci ha spiegato Morabito “e di grande efficacia. Le sue tecniche si adattavano bene al movimento naturale del corpo umano e la sua filosofia è interessante. Infatti, a differenza delle altre arti marziali che si limitano spesso a essere difensive, il Krav Maga prevede un approccio offensivo. Le tecniche marziali orientali tendono a rimanere in attesa della prima mossa dell’avversario e a sviluppare successivamente delle risposte di attacco. Con il Krav Maga, invece, si anticipa l’attacco a favore di una vittoria rapida puntando sui punti vitali dell’avversario”.
Come sono stati i suoi esordi nell’apprendimento di questa disciplina?
“Il primo addestramento all’uso di questa disciplina non l’ho svolto in Italia.” Ci ha raccontato Morabito, “e non è stato per nulla facile essere ammesso al corso. Infatti, ero stato prima sottoposto a una serie di prove fisiche piuttosto pesanti. È facile comprendere che questi allenamenti non presentano aspetti “teorici” o “filosofici”, ma erano di stampo militare basati sulla resistenza fisica e psicologica. Nel primo scontro mi sono rapidamente accorto di non essere in grado di fare nulla, o quasi, nonostante la mia preparazione. Non solo ero in difficoltà con le tecniche, ma anche da un punto di vista mentale non era per niente facile approntare una difesa di una certa rilevanza.”Posso dire che nel primo scontro sono stato letteralmente “annientato”. Quello che all’epoca era stato uno choc, oggi lo riconosco come un passaggio importante per la mia crescita che ho poi sviluppato con grande consapevolezza.”


Cosa è scattato in quella prima prova?
“Ho capito che quella disciplina aveva aspetti eccezionali: era semplice da apprendere, veloce e, soprattutto, incredibilmente efficace.


Quale tipo di vantaggio si ottiene da un addestramento simile?
“Come in tutti gli addestramenti di Krav Maga lo scopo è quello di essere preparato in qualsiasi situazione. Purtroppo chi viene affrontato in strada non può pretendere che il suo aggressore rispetti le regole cui ci si abitua nelle palestre. Raramente i pugni che si affrontano sono portati con eleganza su traiettorie ordinate. È molto più facile che si tratti di un colpo sporco scagliato con la violenza della paura e della cattiveria della sopraffazione. Non solo. Può essere portato con un’arma improvvisata, una bottiglia o un sasso. Oppure si può ricevere l’aggressore in una situazione ambientale particolare. Ad esempio, si può subire un assalto essendo seduti in auto, oppure all’interno di uno spazio angusto come un bancomat “.


Ha appreso anche altre tecniche di combattimento?
“Sì, dopo aver fatto addestramenti di varia natura, sono approdato al Kapap. Se il Krav Maga era un’arte marziale per civili e militari, il Kapap era stato ideato solo per i reparti militari di elite. Del resto non si tratta solo di un sistema, ma di una miscela di rigorosi condizionamenti fisici, con addestramento con armi da fuoco ed esplosivi, allenamenti alla sopravvivenza e persino di insegnamenti di pronto soccorso avanzato. L´addestramento al combattimento a mani nude è una combinazione dei sistemi occidentali di combattimento come la boxe, la lotta greco-romana e l´addestramento militare britannico del coltello e del bastone. Nel Kapap mi sono addestrato dal 2005 con un maggiore dei corpi d’élite dei servizi segreti israeliani. Questo ufficiale non insegnava al grande pubblico, ma solo a diciotto persone: io ero una di quelle. Si tratta di una preparazione molto tecnica; in alcuni aspetti assimilabili al Systema russo – anche se diverso – molto settoriale con molte più armi. Molti addestramenti avvenivano con armi da fuoco. Ciò che ho imparato è che con un certo condizionamento mentale puoi fare quello che vuoi. Il freno del corpo è la mente”.

 

Marco Morabito - parte 3